Si tratta di una malattia del nervo ottico che è spesso ignorata da chi ne soffre, per questo viene spesso identificata troppo tardi.
Il glaucoma è una patologia cronica e progressiva che, col tempo, causa disabilità visiva e cecità.
Nell’articolo di oggi, insieme alla Dottoressa Mansutti, Medico Oculista, analizziamo questa patologia, in modo da poterla riconoscere ai primi segnali.
Glaucoma, cause e primi sintomi
Si tratta di una malattia che colpisce il nervo ottico, ovvero il nervo responsabile di trasmettere informazioni visive dalla retina al cervello. La malattia può essere causata da un aumento della pressione sanguigna interna all’occhio oppure da una riduzione dell’apporto sanguigno al nervo. Col tempo, il glaucoma può portare alla perdita della vista.
Infatti, uno dei primi segnali di questa malattia, è una perdita di campo visivo, che comincia dalle aree periferiche della vista, limitando sempre di più la vista.
La progressione della malattia
Chi soffre di glaucoma, come accennato, non riconosce subito questa malattia, in quanto i sintomi, spesso, non vengono avvertiti. Questo perché il primo sintomo è l’aumento della pressione interna all’occhio, difficile da riconoscere da un occhio inesperto.
Successivamente, quando inizia un progressivo deterioramento del nervo ottico, si inizierà a perdere la visione laterale, superiore e inferiore. Non essendo la visione centrale la prima a subire danni, sarà più difficile percepire l’avanzamento della malattia. Campanelli d’allarme possono essere difficoltà alla guida e nella lettura, ma anche un continuo urtare di oggetti che non riusciamo a percepire pienamente.
Tipi di glaucoma
Questa malattia può presentarsi in diversi modi e quindi può essere ad angolo aperto o ad angolo chiuso.
Per capire meglio cosa si intende occorre specificare cosa si intende per angolo. Dove iride e cornea si congiungono, viene a formarsi un angolo. Qui l’umore acqueo, ovvero il fluido che si forma all’interno dell’occhio, esce passando dal trabecolo. In caso di glaucoma ad angolo aperto, la fuoriuscita del fluido può risultare difficoltosa. Se si tratta di glaucoma ad angolo chiuso, invece, la fuoriuscita risulta anche impossibile.
Glaucoma ad angolo aperto
Chi soffre di questa forma di glaucoma, non mostra sintomi evidenti fino a che la patologia non ha raggiunto uno stato piuttosto avanzato. Per questo, la malattia può essere pericolosa per l’occhio di chi ne è colpito e che, quindi, soffre di una perdita improvvisa della vista.
L’incidenza della malattia risulta più alta in soggetti che soffrono di miopia grave, miopia lieve con dispersione di pigmento, ma anche in chi ha famigliarità con questa malattia. Interessa anche coloro che hanno effettuato terapie a base di cortisone per un lungo periodo
Glaucoma ad angolo stretto o chiuso
In questo caso, la malattia presenta sintomi già dai primi momenti. È associato all’ostruzione dell’angolo dell’occhio. Può presentarsi anche in forma acuta e interessa maggiormente pazienti anziani o chi soffre di ipermetropia.
Questo tipo di glaucoma presenta sintomi come dolore oculare, arrossamento dell’occhio e riduzione della vista, ma anche visione di aloni colorati, mal di testa con nausea e vomito.
Diagnosticare il glaucoma
Per diagnosticare la patologia sarà necessario rivolgersi a un oculista, che effettuerà diversi esami sull’occhio.
Durante la visita diagnostica, verranno effettuati esami con il fine di analizzare lo stato del fundus e la pressione interna dell’occhio, grazie a un esame di tonometria.
Sarò necessario inoltre verificare lo spessore della cornea, tramite pachimetria e distinguere due diversi tipi di glaucoma.
Successivamente, se il medico lo riterrà necessario, potranno essere richiesti ulteriori analisi per valutare lo stato di salute del nervo ottico e la sensibilità della retina.
Chi sono i soggetti a rischio
Il glaucoma ha una maggiore incidenza in alcuni soggetti, a cui viene consigliato di sottoporsi a visite periodiche.
Tra le persone più a rischio di glaucoma troviamo:
- Persone con famigliarità
- Pazienti con cornea a spessore ridotto, valutabile con una pachimetria.
- Soggetti con un campo visivo limitato, importante sintomo di glaucoma
- Persone che soffrono di diabete
- Pazienti che hanno fatto cure a base di cortisone
Oltre ai soggetti che sono considerati più a rischio, si consiglia di effettuare visite di controllo a partire dai 45 anni.
Cure e trattamenti
Il glaucoma può essere trattato con una terapia farmacologica sotto forma di collirio, al fine di ridurre la pressione oculare. Se questo non dovesse essere sufficiente e se la riduzione del campo visivo dovesse continuare a progredire, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico o parachirurgico.
L’intervento standard per la patologia è la trabeculectomia, ma sarà il medico a valutare lo stato di avanzamento della malattia e i sintomi più acuti.
Nei casi in cui dovesse esserci un importante alterazione del campo visivo, si potrebbe optare per la sclerectomia profonda. In casi particolari, potrebbe bastare un intervento di chirurgia della cataratta.
In altri casi, il medico potrà optare per interventi di tipo parachirurgico, come l’iridotomia YAG laser, indicata nelle forme più acute. Il ciclofotocoagulazione con laser a diodi, invece, è un indicato per forme gravi della patologia, che non rispondono a nessuna delle terapie nominate in precedenza.